domenica 23 gennaio 2011

Immagini

S'infrange la mente
sugli occhi spauriti del tempo
che passa e disegna i suoi cerchi
danzando......
s'appisola il cuore nel vento
frusciando.....
s'innalza una vela al tramonto
gonfiando......
le trecce ormai sciolte.....
S'incanta la luna sul mare
la mia ombra
cercando........
s'increspa la notte d'argento
raccontando........
e resto qui,nel tempo,
aspettando!


Tina Massa

domenica 2 gennaio 2011

VISITA ALLA BEFANA.

Befana cara, ci siamo stufate
d’esser sempre a te accostate
quando arriva la tua festa.
Con quel fazzoletto in testa,
le scarpacce deformate,
il nasone purulento,
cateratte e sguardo spento,
il vestito d’antenate,
ci sentiamo denigrate

nel legittimo decoro!
Si può fare un compromesso?
Non è semplice, il lavoro,
ma se resti ferma e zitta
manterrai questo permesso,
sulla scopa e non la slitta,
di volare con l’onore
che ci fa tornar signore.
Sfateremo finalmente
la nomea così indecente
che chi indossa la sottana
è un’orribile befana.

Pronte? Battito di ciglia…
e la cosa inzio piglia.
Parrucchieri,truccatori,
vengan qui loro signori.
Lo stilista più elegante,
pure lui si faccia avanti.
E non deve, in ver, mancare
chi le rughe sa stirare.

Poi ci vuole una palestra
per piegarti a manca e a destra
senza strappi e doloretti.
Ah, ci sono ancora i denti:
il dentista, orsù, stasera,
venga a farti la dentiera.
Oh, Befana, sei perfetta;
presto, indossa la scarpetta,
non più quelle scarpe rotte…
Sii veloce………è quasi notte!

venerdì 24 dicembre 2010

I RE MAGI

Ho sognato Gaspare, Melchiorre e Baldassarre
attraversare cento e mille terre
per giungere puntuali alla capanna
dov’ognuno reca masserizie e panna,
coi loro doni rari e di valore
per onorare il Cristo Redentore.

Soltanto, stranamente, non mi pare
che avessero alcunché di più regale
rispetto a tutta quella gente
che in mano non portava niente....

Addirittura venivano offuscati
da una miriade di disoccupati,
di giovani studenti sconfortati,
di bimbi menomati dalle guerre,
migranti scappati dalle loro terre,

donne private d’una dignità,
uomini oppressi, senza libertà:
persone intense, semplici persone
attratte insieme, da quest’occasione,

per sfavillare di speranza e luce
soltanto col riflesso d’uno sguardo
lì dove la stella le conduce………….
Ad abbagliar di fede….senza riguardo!

Tina Massa

martedì 21 dicembre 2010

Voglia di evadere.

Sentirsi leggeri,
librarsi nell'aria
e volteggiare nell'etere
verso il fruscio delicato
dello stormir del vento
che attraversa degli alberi le foglie.

Sentirsi accarezzare il volto
dall'aura impalpabile
della brezza vespertina
e socchiudere gli occhi
sognando di assopirsi
su rosati cirri nel cielo
rossastro della imminente sera.

Pensieri,pensieri e ancora pensieri
si rincorrono,si scontrano
si arrestano e inesorabili
riportano gli animi
nella quotidiana realtà.

Rodolfo Danese.

sabato 18 dicembre 2010

La signora con il velo.

Se la neve ti sorprende,
quando t’alzi la mattina,
è perché non c’è chi vende
neve a fiocchi o alla dozzina.

E’ un regalo che ti fa,
sopra i monti e le città,
la signora che dal cielo
vede tutto dietro un velo.

Ogni volta, per mistero,
rende gli uomini bambini
e, può non sembrare vero,
taglia in tanti fiocchettini

quel suo velo bianco bianco
per dipingere d’incanto
per coprire d’allegria
la più bella fantasia.

sabato 11 dicembre 2010

Pippina ti Sufia

Ci Pippina ti Sufia
mi sintia, mbiviscìa,
si prisciava
ca la shta mmintuava.
Era nna bedda cristiana,
parlava la lingua itagliana,
noni comu li cafuni
ruezzi, muntuni!

Era pulita
ti lingua, mè,
e tinìa to fili: Annita
e Tetè.....
Pippina tinìa
nnu bbellu liettu cunzatu
propia mmienzu casa,
comu nna shiccherìa
cu llu veti a cci vulìa ttrasa….

Po’ ‘nzimmava totta la shtanza
cu ffiuri e shtatui ti bbona crianza,
pircè era tanta religiosa.
No’ lla bbattivi a nisciuna cosa,
ti bbinchiava ti modi e di fatti,
nni capìa ti tuttu.
-E mmò ti la ccatti!-
ticiunu li cristiani,
e cushtu eti lu bbruttu
ti tutti l’orrietani:

quann’una è troppu bbona,
‘ngenua, e parla bbeni,
subbutu ‘nci mettunu la fini.
E’ veru ca li crishtiani si l’ er’a scapari
pi ffari cumbriglia
lu toppumangiari
o la matina…….
Allora, Pippina,
li tava la seggia a Itulu Caniglia
e raggiunaunu…tutti toi….
bbelli, ‘ngarbati, ma si taunu del “voi”,
pircè, l’ogghiu tittu prima,
facennu la rima,
Pippina ti Sufia,
li modi bbelli li canuscìa!

Tina Massa

giovedì 9 dicembre 2010

ANGIULINA LA” CCHIAPPAMOSCHI”

Iu so’ nna fumatrici, no’ sso vvirtuosa
e apposhta mi rricordu ti nna cosa:
Angiulina no’ ttinìa chiacchiri,
a tutti l’ori ti facìa mmattiri
cu tti ccatti li sicaretti,
quattru, cinqu, o a pacchetti.

‘Ncerti voti puru pi una,
cu nno scìa a bbasciu furtuna,
aprìa la porta ti lu tabbacchinu,
ch’era lu megghiu e lu cchiù vvicinu.
Facìa finta ca si shtizzava,
ma po’ era bbrava……………..

Quannu shinnìunu li monguli a agoshtu
li mittìa subbutu apposhtu.
-Mi dà un francobollo da cento?
-Nà… nà…!-
-Quanto fa?-
-Cientu liri…ma tu no ssi figghia alla”trentu”?

Angiulina era ccussini,
genuina, a disposizioni,
senza chiacchiri ti cuntornu………..
e pinzari ca oggigiornu
n’ci volunu corsi t’aggiornamentu
cu ssi mmezzunu ‘shtu comportamentu……:
ci volunu vvennunu, cu shta crisi,
s’onna shtari sempri tisi,
propia comu facìa edda:
nnu uecchi allu sordu
e unu alla quataredda,
scìa e vvinìa nanz’e ggretu
a mmenzatìa ci sunaunu arretu.
Po’ rriara li macchinetti
e nonn’ogghiu saputu cchiù nnienti.

Tina Massa

sabato 4 dicembre 2010

Quando Natale arriva.

Quando il Natale arriva
si sente nell'aria un concerto
che sveglia finestre e balconi
con luccicante serto.

Suscitano calde emozioni
le campane della chiesa
che nelle vespertine ore
per l'Ave suonano a distesa.

Accorrono al richiamo musicale
tutte le stelle di cielo, terra e mare.
Il firmamento tutto in attesa
del Natale infonde nei cuori l'invito ad amare.

Contempla e direziona la guida astrale
solo verso un punto, che possa ognun accarezzare:
il punto centrale del mondo
-il presepe con Maria, Giuseppe ed il Bambi nel Gesù-
che, a braccia aperte, tutti accoglie con sorriso giocondo.

Respira tutto l'essere, di pace,
s'intona insieme il canto della notte
mentre il concerto tace
ascoltando, stavolta, le anime raccolte.

Rodolfo & Tina

giovedì 2 dicembre 2010

IL PRESEPE IN MOVIMENTO

Quest’anno, per favore
non fatemi incontrare
l’abbozzo di presepe
sotto un albero di Natale
enorme e scintillante
che sembra il suo Signore……….

Le scuse sono tante:
la moda è un pò cambiata,
rallegra più la casa un albero gigante,
per fare un bel presepe ci vuole una giornata,
mi piace piccolino per dare più valore
alla più stretta essenza di Cristo Redentore,

è il simbolo che conta, la sostanza…………..
Però, per fare l’albero, si libera una stanza!
E lì rimane a giorni, paralizzato a notte
sopra un presepe fermo, senza grotte,
senza quel movimento giornaliero
dei personaggi che svelano il mistero

facendo tutti i giorni un passo avanti,
un passo in più,
per arrivare proprio tutti quanti
solo a Natale alla grotta di Gesù.
Quest’anno, per favore,
fatemi incontrare
un presepe in movimento
vicino a un alberino che si vede a stento!

Tina Massa

mercoledì 1 dicembre 2010

VORREI UN NATALE….

…..senza” dare di più, (tanto per dire),
a Bauli “che ci vuole rintontire…..
vorrei un Natale senza quel cenone
che niente reca più di tradizione…
vorrei un Natale che parlasse poco...
vorrei un Natale che la guerra fosse un gioco
per liberare tutti dalle armi……
vorrei un Natale da poter scaldarmi
all’ombra della percezione
di un giorno nuovo, un’evoluzione……
vorrei un Natale che nascesse senza fine
in tutti i giorni quando spunta il sole……
vorrei ogni giorno un Natale
fatto di cose belle,
ma solo di quelle,
che non si possono comprare.
Tina Massa

sabato 27 novembre 2010

Natale di naftalina.


Son qui che penso….
e sento attorno a me come reale
il ricordo del vecchio Natale
al mio paese, Oria, e i suoi odori,
insieme all’ansia di preparare onori
al presepe e alla tavola imbandita,
celebrando la gioia della vita!

Dal fumo dei camini s’avvertiva
l’annuncio della festa più aspettata,
ed ogni uomo dalla casa usciva
appena finita la nottata
per cogliere il muschio superiore,
prima di altri, perché facea furore!

E poi andava a disturbare
la vigna addormentata,
che lieta offriva
la schiena sua inarcata
per diventar capanna consacrata
dentro il presepe d’una casa “viva”.

Da qui iniziavan le celebrazioni:
specchi per laghi, carta di giornale,
polvere di tufo, vetriolo e “glioni”,
con l’accortezza di non farlo uguale
all’anno prima, com’era educazione.

E infine si dicevan le orazioni
obbligatorie per la circostanza
d’avere proprio dentro quella stanza
nostro Signore con le sue persone.
Tutto era un lungo e rispettoso rito
anche nel pensare all’appetito,
che per Natale diventava speciale!
Così le donne (senza numerino),
col tavoliere posto sulla testa,
andavan tutte al forno più vicino
ad indorar il pane e i dolci della festa.

Qell’andatura non si può copiare:
il peso sulla testa, da portare,
quell’equilibrio disinvolto e sciolto,
rendeano altero a tutte quante il volto,
e l’armonia dei fianchi in movimento
nel camminar ritmato e ed aggraziato
battea le top model del momento,
pur senz’averlo mai desiderato.

Ma c’è un odore un pò particolare
che si sentiva il giorno di Natale……
in chiesa, in casa, per le strade, dalla vicina,
aleggiava un profumo di naftalina,
quel profumo del vestito della festa
che adesso non si sente più,
ma è quello che più forte mi resta
e che mi manca di Oria
col Bambin Gesù.
Tina Massa

lunedì 22 novembre 2010

ROMOLO, IL RE DEI “CRONISTI”

Almeno un nome illustre al tuo destino
di rimanere sempre e sol bambino,
la mamma tua ti volle consegnare
mentre il suo pianto voleva placare.
Infatti, anche se Roma non fondasti,
la fama certamente conquistasti
tra gas e fiori da recapitare
a vivi e morti, sempre tanto ilare,
ingenuo e puro in ogni circostanza
di vita quotidiana nella manovalanza.
Tu ci hai insegnato che la vita è bella,
eri la mascotte della “chiazzella”,
la dignità è tutta personale
e l’autostima la potevi regalare,
perché non c’è nessuno che resista
a chi dichiara di essere un cronista
se porta le “crone” al cimitero:
sfido chiunque a dir che non è vero.
Sei stato maschera al cinema, ricordo,
e ti donavano anche lì qualche soldo..
mentre sognavi sbirciando qualche scena
di accarezzar alla diva la sua schiena!
Conservo un video mentre tu inventavi
le strofe per la mamma, e le cantavi!
Se l’arte è fantasia, non t’è mancata,
ma m’è rimasta impressa nella mente,
lo scorso agosto, senza dire niente,
quell’aria rassegnata
che piano piano ti ha portato via
lasciandoci quaggiù
a respirar per sempre l’allegria
dell’unico, l’er più,
cronista, che invece dei titoloni
portava “li croni”.

Tina Massa

sabato 20 novembre 2010

Archimeti

Quannu ‘nc’era Archimeti
tutti sciumu all’appeti
cu vvitimu li rricali
ca nnucìa Babbu Natali;
cc’era bbellu lu treninu
ti taula, e llu bbambinu,
li bbambuli ca chiutiunu li ‘uecchi,
li pupi ti lu presepiu
e ttanta nninnnulecchi.
nni critiumu ca iddu scia a’n cielu
e li tava li lettiri, alla veru,
ca ‘mpushtaumu intr’alla casodda
alla porta ti la putiodda.
Mo’ ‘nci shtannu li super mercati
e ssimu tutti motorizzati:
Babbu Natali shtai a tutti vanni
‘mpirnicatu, ma faci tanni!
Comu sia ca tutti lu canuscimu,
e ss’è llibberatu ti lu bbambinu:
lu prisepiu nò ffaci bbisi (busy)
megghiu li sordi, ca pò li pisi.
Apposhta Archimeti si n’è sciutu,
ma noni ch’è sparutu……………..
s’è spizzittatu ‘ntra lli cori nueshtri
sia ch’è reliquia, comu li meshtri
ti prima, ca cu lla fantasia
vinniunu li shcattuni
pi ffari la mascìa
ti nnu Natali semplici e purieddu
ca allu stress, alla depressioni,
allu lussu sfrenatu, alli finti amicuni
li tirava lu cueddu!

"Il richiamo della luna".

Falce di luna,
dolce compagna di venere lucente,
squarcio romantico di cielo stellato.
Sguardi furtivi, tenere carezze
sul filo argenteo di notte senza fine
luccicante d'astri e di perline.

Sussurrarle sulle ali del vento,
portarle lontano, senza rumore
e affidare al brulichio del firmamento
le ansie e le gioie del ritrovato amore.
a suggellar promesse ad una ad una,
scolpirle sulle labbra della luna.

Andando incontro,
dentro un acquerello d'aurora ed alba,
a quello ch'è il tempo ormai passato,
presente e futuro mescolato:
il tempo giusto, infine,
del senza tempo, oltr'ogni confine.
Finito e ripetuto amore
ad ogni luna e al suo candore.

Tina Massa - Rodolfo Danese

domenica 14 novembre 2010

NONNA, MI PUOI RACCONTARE......

NONNA, MI PUOI RACCONTARE......

Nonna, mi puoi raccontare
di quando eri piccola tu,
di cosa potevi sognare?
A Natale, sognavi anche tu?

Piccina, sognavo e aspettavo
la neve venire dal cielo.
I giorni e le ore contavo
in attesa del soffice velo.
Col naso sui vetri appoggiato,
in mano una palla di lana,
alitavo con tutto il mio fiato
e vedevo la nebbia lontana.

Ma a Natale, nonnina mia bella,
non vedevi brillare una stella?
Ti aspettavi anche tu qualche dono
come spetta a ogni bambino buono?

Mi aspettavo anch'io, sì, qualche cosa
nella candida notte nevosa.
Certe volte riuscivo ad avere
cinque arance e, forse, tre pere,
una piccola pupa di pezza
a cui fare una dolce carezza.

Di pezza, nonna, era la tua pupa?
Forse era più bella, quella non si sciupa!

Eh, sì, doveva assai durare,
era solo quella, ma mi faceva sognare
lei mi parlava tanto, e io a lei;
ci dormivo d'incanto insieme a lei.

Ma come, solo quello: arance e pere?

No, non solo quello, bimba mia,
io ricevevo anche l'allegria
di stare tutti insieme a desinare
col dolce della festa da mangiare.
Un dolce assai sognato, veramente!
Negli altri giorni non c'era quasi niente.
E poi, nei giorni prima di Natale,
la mamma mi metteva a pasticciare
insieme a lei con zucchero e farina.
L'odore c'era ancora, la mattina!

Ma, nonna, non avevi un vestitino
da mettere a Natale, col lustrino?

Il vestitino, sai, anch'io l'ho avuto,
un vestitino rosso, di velluto,
che aveva già portato mia sorella,
zia Nina, la più grandicella.
Per me era come nuovo, quel vestito:
lavato, stirato, nemmeno un pò sgualcito.
Non m'importava affatto dei lustrini,
mi divertivo a stare coi bambini.

Avevi, nonna mia, anche tu, amici?
Dei tuoi giochi, cosa mi dici?

Il giorno di Natale, col gruppetto,
ci mettevamo accanto al caminetto
e parlavamo di quel vecchio bianco
che in questo giorno è sempre tanto stanco:
Babbo Natale che viene dal camino
e visita proprio ogni piccino.
Si scommetteva perciò di non dormire,
così lo potevamo poi sentire
quando giù per la canna si calava..........
Ma ogni volta la mamma ci portava,
addormentati, dentro il nostro letto
senza avere mai visto il bel vecchietto.

Oh, nonna, questa storia è bella
Mi fai una pupa come quella
che tu mi hai raccontato,
del mondo tuo passato?

Bambina, quella bambola la trovi
se tu mi guardi fissa e non ti muovi.
Dentro i miei occhi, la vedi una bambina?
Son la tua bambola! Se tu vuoi giocare,
insieme si può tanto ancor sognare.
Vedi, Natale è bello perchè torna,
così come ogni bimbo alla sua nonna.

Tina Massa